E' nata come associazione goliardica
nellambito della
Facoltà di Ingegneria di Roma de La Sapienza.
Essa (la Pancera, non la Sapienza) perseguiva il lazzo ed il
cazzeggio in più forme e contenuti e,
unica in facoltà, produceva e divulgava alcune tra le pagine e le iniziative
più discutibili della letteratura del futile.
Autentica mina vagante in seno ad Ingegneria, ha fatto
dellastinenza sessuale e dellarte
"del fuori corso" un vessillo umoristico
del quale i suoi membri vanno irragionevolmente orgogliosi;
(una triste conferma di quanto attuale possa essere la metafora della volpe e l'uva).
Con il passare degli anni la connotazione meramente studentesca
della Pancera e del suo operato
(al quale auguriamo tutti una pronta guarigione)
si è andata espandendo ed abbraccia ormai aree di cazzeggio di ampiezza rilevante.
Queste pagine ospitano dunque non solo i recriminanti vagiti
studenteschi dei bei tempi andati, ma anche contributi e stupidaggini di pregevole
fattura, che nulla hanno in comune tra loro, se non l'appartenenza al genere vieppiù
misconosciuto della 'tremenda stronzata'.
Il nobile intento che a tutt'oggi ci anima è che tale genere
assurga alfine alla dignità letteraria che gli compete.
Ma cosa spinge i "membri" della Pancera a far
tale scempio del proprio tempo libero?
Una breve storia di come si è formato cotal gruppo di portatori di
"minchiaintesta"
probabilmente non vi spiegherebbe granchè.
Perciò ve la raccontiamo:
Correva lanno del Signore 1990, e al Centro Studenti
cera una specie di voglia di, come dire, di non fare un cazzo
(studiare, manco a parlarne).
In quegli anni le stampanti ad aghi muovevano i loro piccoli, timidi passi anche nelle
case degli squattrinati, e guarda caso Francesco "the
Doctor" ne aveva giusto una
(di stampante ma anche di casa, per sua fortuna).
Spinti dal disgusto per la disgustosa cucina della disgustosa mensa universitaria, 6 eroici perdigiorno si sedettero attorno ad un tavolo ed
architettarono una garbata protesta in veste cartacea.
Poi, invece, venne fuori il Rigettario, gioioso opuscolo di goliardica e vomitosa denuncia
della decadenza culinaria in cui versavano in quei giorni le scodelle studentesche.
Con gran faccia da culo, seconda forse solo a quella del prof. Marietti, ne distribuirono
qualche centinaio di copie in zona mensa, suscitando lilarità dei più, la pietà
di alcuni, i vaffanculi di altri
(rimorchiare, niente).
Ad onor del vero, la qualità della cucina ne ebbe buon giovamento.
A quella esile cazzatella cartacea si fa risalire storicamente la prima uscita ufficiale
della Pancera, il cui nome, nelle deformi intenzioni dei Membri Fondatori, avrebbe dovuto
echeggiare lantitesi di molto di quanto il movimento studentesco noto come
la Pantera in Movimento aveva voluto rappresentare:
per statuto (peraltro mai formalizzato, il che la dice lunga) si sanciva difatti il più
completo disimpegno politico, sociale e studentesco dei partecipanti, non avulso (anzi!)
da una malcelata propensione al rimorchio, peraltro frustrata da un parco cozze di
vastità disarmante.
Nasceva dunque in tal modo la prima Anonima Goliardica di Ingegneria, che
molti e molti fasti avrebbe raccolto nel corso dei
molti e molti anni di fuoricorso collezionati da
molti e molti dei suoi membri.
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